Dl Sostegni-ter: stretta alla cessione del credito per i bonus edilizi

Dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 27 gennaio 2022, il Dl Sostegni-ter è sotto i riflettori per la stretta sui bonus edilizi voluta dal Ministro dell’Economia, Daniele Franco, col pieno sostegno del premier Mario Draghi.

La nuova norma, nell’intento di ridurre le frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche, dispone che dal 7 febbraio i crediti maturati col Superbonus e con gli altri bonus edilizi (Ecobonus, Bonus Ristrutturazioni, Sismabonus, Bonus Facciate) siano cedibili una sola volta, sia nella modalità di cessione del committente, sia da parte dell’impresa nel caso in cui il committente opti per lo sconto in fattura.

Con le nuove regole sono quindi due i cambiamenti sostanziali: il beneficiario della detrazione potrà cedere il credito ad altri soggetti, ad esempio banche, Poste, mediatori creditizi, finanziarie o general contractors, ma questi non potranno cederlo a loro volta. Inoltre le imprese che praticano lo sconto in fattura potranno ancora recuperare lo sconto sotto forma di credito d’imposta cedendolo una sola volta ad altri soggetti, quindi banche o intermediari finanziari, che però non potranno cederlo a loro volta. La stretta opera anche retroattivamente sui lavori già contrattualizzati ma il cui credito non è ancora stato ceduto. I contratti stipulati violando queste regole saranno considerati nulli.

Tra la conferma di questi nuovi vincoli e la mancata proroga delle moratorie sui prestiti bancari (scadute il 31 dicembre) cresce in modo esponenziale il rischio di crisi di liquidità per molte imprese. Si trovano dunque a rischio migliaia di cantieri e la protesta delle realtà coinvolte si è alzata unanime: imprese, banche e grandi aziende pubbliche e private attive nel settore delle costruzioni.

La preoccupazione è che l’interruzione di questa “catena” di cessione dei crediti, strumento che sta permettendo alle famiglie e alle imprese realizzatrici di monetizzare immediatamente i bonus, porti a un netto aumento dei costi e dei tempi di trasferimento del credito. E che queste forti limitazioni possano diminuire sensibilmente la capacità di assorbimento dei bonus da parte dei cessionari con la conseguenza che alcuni intermediari potrebbero decidere di uscire da questo mercato.

In cambiamenti che si vogliono introdurre, potrebbero comportare da un lato il blocco di cantieri avviati o la cancellazione d’interventi previsti. Dall’altro, come già riportato, un nuovo aumento dei costi per le aziende e di rimando per i committenti. Senza contare il rischio di annientare gli effetti positivi che i bonus fiscali hanno avuto sull’economia.

“Facciamo appello al Parlamento perché corregga al più presto questa stortura che rischia di mettere a repentaglio la ripresa economica” ha dichiarato Gabriele Buia, Presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili, evidenziando che “Non è così che si combattono le frodi. Serve una qualificazione delle imprese e la tracciabilità delle operazioni altrimenti si finisce solo con il penalizzare le imprese e i cittadini onesti”.

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